La Tiroide nelle donne


17 Gennaio 2024
La Tiroide nelle donne

Rispetto agli uomini, le donne tendono maggiormente a soffrire di disturbi della tiroide. Questo deriva dal fatto che le donne attraversano fasi della vita in cui il ruolo della tiroide è particolarmente importante: il passaggio dall’infanzia alla pubertà, la gravidanza e la menopausa.

Spesso i sintomi dei disturbi della tiroide sono troppo generici e rischiano di essere scambiati per cause di altre patologie, perciò è importante tenere sempre sotto controllo il suo funzionamento.

Durante la pubertà, la gravidanza e la menopausa la tiroide femminile subisce una grande quantità di stimoli e cambiamenti, deve allinearsi con il funzionamento di altre ghiandole e tessuti, perciò necessita di una particolare cura. Per esempio, durante i primi tre mesi di gravidanza deve mantenere la madre e il nascituro, perchè in quel periodo il feto non è in grado di produrre ormoni tiroidei. Per questo, nei periodi di transizione dello sviluppo femminile bisogna essere ancora più consapevoli del ruolo della tiroide per l’organismo, facendo controlli periodici e non trascurando eventuali disfunzioni.
 
Il funzionamento della tiroide nelle fasi dello sviluppo femminile

Adolescenza - In questa fase la tiroide incide ampiamente sullo sviluppo fisico e psicologico. Gli ormoni secreti dalla tiroide sono rilevanti soprattutto durante la pubertà, quando si verificano cambiamenti significativi in diversi organi e tessuti del corpo femminile.
In realtà, gli ormoni tiroidei sono importanti fin dall’infanzia e, per questo, è bene identificare il prima possibile eventuali disturbi che potrebbero incidere anche gravemente sullo sviluppo della ragazza.
 
Gravidanza - La tiroide deve affrontare uno sforzo particolarmente gravoso durante la gravidanza, in quanto deve supportare l’adattamento del corpo femminile alla nuova condizione e di proteggere la salute del feto.
La tiroide ha un ruolo talmente essenziale per l’organismo femminile che, in caso di disturbi gravi, può anche danneggiare la fertilità. Per questo motivo, è bene analizzare la salute di questa ghiandola ancora prima del concepimento non solo per prevenire l’insorgenza di disturbi, ma anche per prevenire il peggioramento di eventuali disfunzioni già presenti. Inoltre, è bene che le donne con ipo o ipertiroidismo già diagnosticati verifichino che le cure in corso o l’eventuale sospensione non danneggino la loro salute o quella del nascituro.
 
Menopausa - benchè non ci siano studi che attestino una relazione diretta tra l’arrivo della menopausa e l’insorgenza di disfunzioni tiroidee, è certo che le donne in menopausa spesso soffrono di tali disturbi. In aggiunta, chi attraversa la menopausa con un disturbo tiroideo già diagnosticato, di solito subisce peggioramenti, soprattutto nel caso di tiroiditi autoimmuni, ma anche nel caso di iper e ipotiroidismo, i quali possono avere effetti negativi su patologie che insorgono con la menopausa come l’osteoporosi o i disturbi delle arterie coronarie.

A chi sospetta di avere una disfunzione tiroidea o vuole conoscere i fattori di rischio, si consiglia di effettuare controlli periodici per prevenire l’insorgenza di eventuali disturbi o per trattare con tempo problemi già insorti.

Intervento tiroide: quando è necessario farlo?
Questa importante ghiandola che regola il metabolismo energetico, produce anche la calcitonina, ossia un ormone che partecipa al metabolismo del calcio.
Benché la tiroide sia fondamentale per l’equilibrio psicofisico degli esseri umani, vi sono tre patologie sulle quali è necessario intervenire rimuovendola chirurgicamente:
tumori (benigni o maligni); struma (gozzo) in accrescimento o che comprime gli organi vicini causando disturbi come senso di soffocamento alla base del collo o difficoltà respiratorie; ipertiroidismo, ossia un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei che non può essere curata attraverso terapie farmacologiche.

Gli interventi sulla tiroide (tiroidectomie) vengono effettuati in anestesia generale e consistono nell’asportazione della tiroide completa (tiroidectomia totale) o asportazione della tiroide parziale (emitiroidectomia, lobectomia).

L’intervento è seguito da un ricovero di uno o due giorni, anche se già dal giorno successivo all’operazione non è necessaria alcuna terapia e il dolore postoperatorio è solitamente moderato e perciò ben tollerato dai pazienti.

Recentemente sono state introdotte tecniche di monitoraggio intraoperatorio che, durante gli interventi di tiroidectomia parziale o totale, permettono di valutare costantemente la funzionalità del nervo ricorrente, che controlla la motilità delle corde vocali. Si previene così il rischio di incorrere in possibili complicanze fonatorie e/o respiratorie che comporterebbero notevole disagio psicologico e fisico per il paziente.

 

 




 
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