La comunicazione con il paziente in ambito sanitario: nuove opportunitą per la comunicazione aumentativa e alternativa
22 Novembre 2022
La pandemia di COVID-19 ha dimostrato tutta la nostra fragilità.
L’umanità è stata aggredita da un virus sconosciuto, diffusosi rapidamente grazie all’intensa mobilità delle persone, che ha sconvolto il sistema socio-economico globale, la nostra vita.
È stato inevitabile, con la pandemia, immaginare forme diverse per rimanere in contatto, per non rinunciare agli incontri.
La necessità è stata quella di supplire alle assenze, perciò abbiamo cercato soluzioni, percorsi, rimedi. Di ogni tipo. A volte solo espedienti, oppure meccanismi più articolati e complessi. Una cosa è certa: il Covid ci ha cambiato la vita.
La pandemia ha segnato uno spartiacque tra il prima e il dopo e, oltre a sconvolgere molti aspetti della nostra vita quotidiana, ha rappresentato un formidabile stress test, un epocale banco di prova per il nostro sistema sanitario.
Proprio le Terapie Intensive, per questo, si sono trovate letteralmente al centro di una “tempesta perfetta” che ne ha esasperato punti di forza e debolezza.
Quali sono oggi (dopo la pandemia) le “lezioni che abbiamo imparato” in questo ambito?
Risponde Gianpaola Monti, Responsabile del comitato Comunicazione SIAARTI:
“La prima considerazione è che noi anestesisti-rianimatori siamo stati il fronte avanzato delle cure nel lungo e drammatico periodo pandemico. Nessun’altra professione ha avuto il tipo di contatto – spesso drammatico – con pazienti e famiglie che abbiamo avuto noi.
Una pandemia che se da una parte sembrava richiamare tutti i nostri sforzi in una sola direzione, quella dell’assistenza clinica, dall’altro lato ha messo in primo piano il rapporto medico-paziente, e il rapporto medico-famiglia come caposaldo del percorso di cura.
Forse grazie a questo uragano ci siamo immedesimati meglio nei nostri pazienti ‘spaventati’ e senza la vicinanza dei loro cari e nei loro familiari impossibilitati, nelle prime fasi della pandemia, all’accesso in ospedale e a conoscere chi avesse in cura i loro cari se non attraverso una voce telefonica spesso frettolosa”.
Una efficace comunicazione fra i sanitari e i pazienti, obiettivo base per un loro coinvolgimento nel processo di cura (Blackstone e Pressman, 2016), è riconosciuta come un diritto del paziente nei sistemi sanitari a livello internazionale.
L’impossibilità del paziente intubato di comunicare verbalmente i propri bisogni e sentimenti ai curanti ed ai familiari, è quindi sempre più una necessità dell’individuo che abbiamo imparato a conoscere ogni giorno, durante il periodo pandemico.
Proprio affinché questi pazienti si possano riappropriare della relazione con chi li assiste e li ama abbiamo messo le nostre conoscenze e competenze tecnologiche a supporto della comunicazione aumentativa e alternativa (CAA) nei contesti sanitari.
DICo® 1000, nuovo sistema per la Comunicazione Alternativa Aumentata, basato su tecnologie innovative, semplice e immediato, è l’ausilio che abbiamo ideato proprio per ridurre la “distanza comunicativa” tra pazienti, curanti e familiari.
DICo® 1000 è distribuito in esclusiva da: SEDA S.p.A.
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