CAA e Terapia Intensiva: la voce del paziente, dell'infermiere e della famiglia
14 Ottobre 2025

Comunicare in Terapia Intensiva: una sfida di relazione e tecnologia
Come si parla con chi non può parlare?
Quando una persona entra in Terapia Intensiva, la comunicazione diventa una sfida.
Tubi, monitor, ventilatori e sedazione interrompono il dialogo, lasciando spazio a un silenzio denso di attesa e preoccupazione.
Ma la relazione di cura non può fermarsi. Perché, anche senza parole, il paziente continua a comunicare — e ha bisogno che qualcuno lo aiuti a farlo.
La Comunicazione Aumentativa e Alternativa come parte della cura
Nelle aree critiche, la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) rappresenta un ponte tra paziente ed équipe sanitaria.
Attraverso simboli, tabelle, tablet e strumenti digitali dedicati, la CAA consente di esprimere bisogni, emozioni, paure e desideri.
È una tecnologia che diventa linguaggio e, allo stesso tempo, un modo per restituire identità, autonomia e fiducia.
Il ruolo di infermieri e logopedisti nella comunicazione del paziente
In questo processo, il ruolo degli infermieri e dei logopedisti è fondamentale: non solo gestiscono i dispositivi, ma accompagnano il paziente nel ritrovare una modalità di espressione personale.
Il gesto tecnico diventa relazione, e la tecnologia si trasforma in umanità.
Il ruolo della famiglia: comprendere, sostenere, partecipare
Quando un familiare entra in Terapia Intensiva, spesso si sente impotente.
Non può toccare, non può parlare, e teme di non essere più riconosciuto.
La Comunicazione Aumentativa e Alternativa restituisce anche a lui un ruolo attivo: permette di partecipare alla cura, di comprendere ciò che il proprio caro vuole dire e di sentirsi parte del percorso di guarigione.
Attraverso strumenti semplici e condivisi, la famiglia può essere coinvolta nel dialogo quotidiano — imparando a interpretare sguardi, gesti e segni — e contribuendo a ricostruire quel filo emotivo che unisce chi cura e chi è curato.
L’ospedale che adotta la CAA non si limita a innovare le proprie pratiche: amplia la propria capacità di ascolto, trasforma l’ambiente di cura.
E nel farlo, trasforma la degenza in un’esperienza più umana, più empatica, più vera.
Un linguaggio che cambia l’ospedale
Favorisce la collaborazione tra professionisti, riduce la frustrazione degli operatori e valorizza il ruolo dei caregiver come parte del team assistenziale.
È una forma di umanizzazione che non si misura in minuti di assistenza, ma in qualità della relazione.
In Terapia Intensiva e post-intensiva, la comunicazione è il primo passo verso la guarigione.
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